Cerca

Il fatto di cronaca

È morto l'orso marsicano investito in Abruzzo da un pirata della strada

L'orso, in un primo momento, era uscito da dove si era rifugiato dopo l'incidente ed aveva di nuovo attraversato la statale, che nel frattempo era chiusa agli automobilisti.

"La perdita di un altro esemplare di orso per incidente riporta con forza il richiamo alla cautela quando si percorrono le strade dove vive il plantigrado- ha dichiarato il Presidente del Parco Giovanni Cannata- dobbiamo assolutamente invertire la curva che vede come causa maggiore di morte degli orsi marsicani le attività antropiche".

Non ce l'ha fatta l'Orso marsicano investito la notte scorsa sulla rampa della Sora-Avezzano, nel territorio di Canistro, in provincia dell'Aquila. L'animale e' stato trovato morto dopo ore dai responsabili del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. I vertici del Parco hanno confermato che la carcassa dell'Orso e' stata trasportata allo Zooprofilattico di Teramo per le indagini. L'animale era stato investito intorno all'1.30, sulla statale 690 Avezzano-Sora, ex superstrada del Liri, nel territorio di Canistro. Secondo quanto appreso, stava camminando sulla carreggiata quando un'auto l'ha travolto: l'incidente era stato segnalato ai carabinieri che avevano allertato il servizio veterinario della Asl che a sua volta aveva chiesto il supporto del veterinario del Parco. Gli operatori intervenuti sul posto avevano accertato che l'Orso era vivo e che si era rifugiato all'interno di un fitto cespuglio lungo la scarpata. Impossibilitati ad intervenire a causa della vegetazione e del buio, con le prime luci dell'alba e grazie all'intervento di una macchina operatrice dell'Anas, era stato verificato che l'animale poteva camminare e muoversi, sino a rintanarsi di nuovo in una zona di vegetazione molto fitta dove era stato lasciato in tranquillita'. Non erano state riscontrate tracce di sangue ne' sull'asfalto, ne' nel posto in cui e' stato fermo per diverse ore. Sul posto erano rimasti i guardiaparco e i carabinieri forestali che stavano monitorando la zona e gli sviluppi dello stato di salute dell'Orso. Poi la notizia della morte.

LA POSIZIONE DEL PARCO NAZIONALE DI ABRUZZO E MOLISE

Sembrava che stesse bene, dopo essere stato investito da una macchina nella notte tra lunedì e martedì sulla Sora-Avezzano, invece l'esemplare di orso bruno marsicano non ce l'ha fatta ed è morto. Spiega l'accaduto il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, sulla sua pagina facebook. L'orso, in un primo momento, era uscito da dove si era rifugiato dopo l'incidente ed aveva di nuovo attraversato la statale, che nel frattempo era chiusa agli automobilisti. Si era trasferito a monte della statale in un boschetto impervio e inaccessibile. "Monitorato dai Guardiaparco e dai Carabinieri Forestali proprio per vedere se si riprendeva o se, come succede anche per noi, nelle ore successive ad un incidente, il quadro clinico peggiorava- ricostruisce l'ente- Verso le ore 12.30 l'orso è risceso sulla strada e ha cominciato a dare segni di sofferenza. Sintomi che non aveva questa mattina (ieri, ndr) ma che evidenziavano il peggioramento del quadro clinico dell'orso. L'equipe veterinaria del Parco ha optato per la cattura, al fine di verificare le condizioni complessive e valutare le soluzioni da adottare, come da prassi, nei soggetti politraumatizzati. Dopo aver sedato e stabilizzato l'animale si è potuto constatare che non aveva fratture evidenti degli arti, né fuoriuscite di sangue, anche se il monitoraggio dei parametri vitali testimoniava un quadro clinico molto grave che nel giro di poco tempo ha portato alla morte dell'orso". "Come da protocollo- prosegue il Parco- l'orso è stato trasportato all'Istituto Zooprofilattico di Teramo per la necroscopia. L'orso morto aveva circa 20 anni, era abbastanza anziano, come rilevato dalla dentatura, completamente consumata". Prosegue il Parco nazionale: "Le scelte operate hanno seguito i protocolli standard che si applicano quando ci sono situazioni complesse ed emergenziali, e quando ci si trova ad operare in condizioni critiche, con un orso adulto, sicuramente spaventato dall'incidente, di 183 kg, in grado di muoversi, perché all'inizio si è spostato da solo, e quindi teoricamente anche pericoloso per gli operatori. L'orso aveva anche segni di dermatite cronica molto diffusi: intorno al viso e sulle zampe. La dermatite, come spesso abbiamo spiegato, è una manifestazione di tipo dermatologico degli orsi bruni, in generale, ma non invalidante ai fini della sopravvivenza stessa. Nella popolazione di orso bruno marsicano sono stati segnalati casi di dermatite cronica attribuita alla presenza di un parassita: pelodera strongyloides, dai primi anni '90". "La perdita di un altro esemplare di orso per incidente riporta con forza il richiamo alla cautela quando si percorrono le strade dove vive il plantigrado- ha dichiarato il Presidente del Parco Giovanni Cannata- dobbiamo assolutamente invertire la curva che vede come causa maggiore di morte degli orsi marsicani le attività antropiche". (Sal/ Dire)

L'APPELLO DI LEGAMBIENTE

"Dopo la morte di Juan Carrito, investito nel gennaio 2023 sulla strada statale 17, che collega Castel di Sangro a Roccaraso, ieri un altro orso bruno marsicano è morto investito questa volta sulla statale Sora-Avezzano all'altezza di Canistro in Valle Roveto. La morte di un orso - commenta Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente - è sempre una grave perdita in termini di biodiversità perché la scomparsa di anche un solo esemplare in una popolazione talmente ridotta in termini numerici rappresenta un danno di enormi proporzioni, in considerazione anche del fatto che le femmine si riproducono poche volte nell'arco della loro vita e non sono in grado di compensare, con le nascite, eccessivi livelli di mortalità. Gestire e coesistere con questi esemplari significa anche saper mettere in campo interventi non più rimandabili. Tra questi è urgente la messa in sicurezza dal rischio rappresentato dalle infrastrutture di trasporto (strade, autostrade, ferrovie), applicando misure di road ecology oramai studiate da anni e poco applicate, così come servono corridoi ecologici veri per mitigare il consumo di suolo e la frammentazione degli habitat". "Per questo torniamo a proporre e a chiedere con urgenza - aggiunge Raimondi - il corridoio di connessione tra il Parco d'Abruzzo e il nascente Parco nazionale del Matese lungo il corso dell'Alto Volturno, fondamentale per la tutela dell'orso. Su questo chiediamo al Ministero dell'ambiente di finanziare con maggiori risorse economiche le attività di tutela dell'orso bruno marsicano, oggi assolutamente inadeguate e mettere le regioni e le aree protette in condizione di tutelare efficacemente la specie a rischio. Si potrebbe iniziare a finanziare proprio il Parco Nazionale Abruzzo Lazio Molise (PNALM), un'area protetta con cento anni storia e già portavoce di azioni virtuose nella gestione dell'orso bruno marsicano, per fare gli investimenti di road ecology necessari per rendere le infrastrutture più sicure anche per gli orsi. La tutela, la conservazione e la gestione di questa specie endemica dell'appennino va portata avanti attraverso interventi di lungo periodo e un impegno comune basato su un'alleanza solida e forte tra parchi, comunità locali e istituzioni". Legambiente ricorda che nell'ultimo rapporto orso marsicano 2023 disponibile anche sul sito del PNALM, dal 1970 al 2023 le cause di morte sono ascrivibili per il 32% ad origine antropica (gli incidenti tra questi), 48% illegale e 20% per cause naturali. Quindi le cause di morte dipendono in ampia percentuale (80% sommando antropica e illegale) dalle attività umane. 14 i casi accertati di incidenti stradali sempre in questo arco di tempo.

L'AGGIORNAMENTO SULLE FRATTURE CHE HANNO CAUSATO LA MORTE

Fratture allo sterno e sette costole fratturate che hanno perforato un polmone provocando un emotorace. Questo l'esito provvisorio dell'esame necroscopico svolto all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo sull'orso marsicano investito da un'auto sulla Sora-Avezzano, all'altezza di Canistro (L'Aquila), nella notte del 13 agosto scorso, e trovato morto dopo alcune ore durante le quali si era allontanato. A comunicarlo è il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) sulla propria pagina Facebook. Un impatto fatale, quindi, seppur fortuito e accidentale. E il direttore del Pnalm, Luciano Sammarone, interviene a difesa dell'efficienza dei soccorsi, della professionalità, dell'esperienza e delle competenze del personale del Parco, "intervenuto tempestivamente coordinandosi perfettamente con i servizi veterinari della Asl, i carabinieri forestali e l'Anas", peraltro "in un'area fuori dai suoi confini amministrativi , confermando in toto - specifica Sammarone - lo spirito di collaborazione con tutte le altre Istituzioni, Regione in primis, chiamate ad assolvere al delicato compito di tutela e conservazione della fauna". Ad aver fatto le spese di quest'ultimo, drammatico evento è stato un orso anziano, di circa 20 anni, affetto da dermatite cronica, di 183 kg. Ma l'Abruzzo ancora ricorda quando a gennaio 2023 fu investito e ucciso l'orso Juan Carrito, giovane figlio di Amarena che si era reso famoso per gli atteggiamenti confidenti. Un investimento che avvenne lungo la Ss17 all'altezza di Castel di Sangro, strada tristemente nota per aver già causato la morte di un'orsa nel 2019.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione