Il caso
21.12.2024 - 14:27
L'associazione 'Appennino ecosistema' ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo che inizierà lunedì prossimo 23 dicembre e chiederà che l'uomo sia giudicato per i reati, con pene più alte, che puniscono l'uccisione di specie protette e prevedono pene.
Lunedì prossimo, 23 dicembre, davanti al giudice per le udienze preliminari di Avezzano (L'Aquila), comincerà il processo penale nei confronti di Andrea Leombruni, il commerciante cacciatore che ammise di aver sparato all'orsa Amarena, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi, nell'aquilano. L'orsa, tra i pochi esemplari ancora in vita di Orso bruno marsicano, con i suoi cuccioli, era di passaggio nel giardino dell'imputato. I piccoli fuggirono per lo spavento dileguandosi nel bosco che garantiva accesso al Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. L'uomo deve rispondere del reato di uccisione di animali, reato contestabile a chiunque uccida qualsiasi animale senza necessità o per crudeltà, con una pena che prevede la reclusione da 4 mesi a 2 anni. L'associazione 'Appennino ecosistema' ha annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento e che lunedì chiederà che l'uomo sia giudicato per i reati, con pene più alte, che puniscono l'uccisione di specie protette e prevedono pene. Questi ultimi reati sono stati introdotti nel codice penale solo nel 2011 e nel 2015 in recepimento della Direttiva Ue sulla tutela penale dell'ambiente (Dir. 2008/99/CE). "I nuovi gravi reati di delitto ambientale citati sono stati introdotti, nel nostro ordinamento giuridico, a seguito della paventata apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia, da parte della Commissione europea, per l'insufficienza delle norme penali italiane poste a tutela dell'enorme patrimonio di biodiversità dell'Ue, successivamente alla precedente uccisione volontaria di un orso bruno marsicano, rimasta impunita, avvenuta a Pettorano sul Gizio nel 2014", ha concluso Petriccione già tenente colonnello dei carabinieri.
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