Il caso
16.04.2025 - 13:35
Dopo la morte di Maria Luisa l'accusa era diventata di omicidio stradale. "Non c'è stata nessuna ricerca della verità da parte della Procura - commentail legale della famiglia di Maria Luisa, l'avvocato Sandro Cutone del foro di Isernia - Ci si è accontentati delle dichiarazioni dell'imputato".
Fu travolta mentre attraversava la strada sulle strisce del lungomare di Pescara e morì cinque giorni dopo in ospedale: per la morte di Maria Luisa Di Fiore, cinquantenne di Scapoli (Isernia), il conducente dell'auto pirata, costituitosi il giorno dopo l'investimento, ha patteggiato la pena di tre anni e mezzo di reclusione, con sospensione della patente. A raccontare la vicenda, e la rabbia dei familiari per la decisione del gup di Pescara, Francesco Marino, è oggi il quotidiano Il Centro. L'automobilista, il 22enne romeno Ionut Laurentiu Costantinescu, denunciato inizialmente per incidente stradale con lesioni e fuga, si era presentato il 25 ottobre 2024 ai Carabinieri di Montesilvano (Pescara) raccontando che, a causa dei fari di un'auto che viaggiava in direzione opposta, non aveva visto la donna attraversare la strada; dopo l'impatto, preso dal panico, era fuggito. Dopo la morte di Maria Luisa l'accusa era diventata di omicidio stradale. "Non c'è stata nessuna ricerca della verità da parte della Procura - commenta sul Centro il legale della famiglia di Maria Luisa, l'avvocato Sandro Cutone del foro di Isernia - Ci si è accontentati delle dichiarazioni dell'imputato. Per noi questa non è una pena congrua anche perché gli illeciti rilevati sono molteplici. Ci aspettavamo che l'istanza di patteggiamento venisse respinta e si proseguisse con il rinvio a giudizio e con un processo ordinario e che alla fine venisse emessa una sentenza di condanna con una pena più giusta". (ANSA).
edizione digitale
Autorizzazione Tribunale di Campobasso n. 18/10 del 25/08/2010. Direttore responsabile: Antonio Blasotta. Luogo di pubblicazione: Campobasso. Mail: redazione@ilnuovomolise.it Tel. 392.9700990