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Il caso

Travolse e uccise una donna molisana che attraversava sulle strisce blu, se la cava con un patteggiamento

A raccontare la vicenda, e la rabbia dei familiari di di Maria Luisa Di Fiore, cinquantenne di Scapoli (Isernia), per la decisione del gup di Pescara, Francesco Marino

Travolse e uccise una donna molisana che attraversava sulle strisce blu, se la cava con un patteggiamento

Dopo la morte di Maria Luisa l'accusa era diventata di omicidio stradale. "Non c'è stata nessuna ricerca della verità da parte della Procura - commentail legale della famiglia di Maria Luisa, l'avvocato Sandro Cutone del foro di Isernia - Ci si è accontentati delle dichiarazioni dell'imputato".

Fu travolta mentre attraversava la strada sulle strisce del lungomare di Pescara e morì cinque giorni dopo in ospedale: per la morte di Maria Luisa Di Fiore, cinquantenne di Scapoli (Isernia), il conducente dell'auto pirata, costituitosi il giorno dopo l'investimento, ha patteggiato la pena di tre anni e mezzo di reclusione, con sospensione della patente. A raccontare la vicenda, e la rabbia dei familiari per la decisione del gup di Pescara, Francesco Marino, è oggi il quotidiano Il Centro. L'automobilista, il 22enne romeno Ionut Laurentiu Costantinescu, denunciato inizialmente per incidente stradale con lesioni e fuga, si era presentato il 25 ottobre 2024 ai Carabinieri di Montesilvano (Pescara) raccontando che, a causa dei fari di un'auto che viaggiava in direzione opposta, non aveva visto la donna attraversare la strada; dopo l'impatto, preso dal panico, era fuggito. Dopo la morte di Maria Luisa l'accusa era diventata di omicidio stradale. "Non c'è stata nessuna ricerca della verità da parte della Procura - commenta sul Centro il legale della famiglia di Maria Luisa, l'avvocato Sandro Cutone del foro di Isernia - Ci si è accontentati delle dichiarazioni dell'imputato. Per noi questa non è una pena congrua anche perché gli illeciti rilevati sono molteplici. Ci aspettavamo che l'istanza di patteggiamento venisse respinta e si proseguisse con il rinvio a giudizio e con un processo ordinario e che alla fine venisse emessa una sentenza di condanna con una pena più giusta". (ANSA).

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