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Il report

In Molise gli sfratti aumentano del 14%

Crescono con maggiore intensità le richieste di esecuzione, 574 in totale, pari a un +14,5%, mentre i provvedimenti emessi si fermano a 103, in calo del 9,6%

sfratti in molise in aumento e dati mancanti a termoli: la casa pesa sulle famiglie più fragili

La quasi totalità – 100 su 103 – è dovuta a morosità, un segnale inequivocabile: l’emergenza casa è soprattutto emergenza redditi. Il capoluogo, Campobasso, accentra la parte più consistente del fenomeno con 280 esecuzioni (–2,1% rispetto all’anno precedente) e 530 richieste di esecuzione.

Un termometro sociale che torna a salire, spinto dal costo dell’abitare e da redditi in affanno. In Molise, gli sfratti riprendono a crescere e, come una cartina di tornasole, rivelano una pressione abitativa non più episodica. I numeri del Ministero dell’Interno analizzati da La Città Invisibile/FACED (Famiglie contro l’emarginazione e la droga) raccontano il 2024 di una regione piccola ma esposta a frizioni profonde tra domanda e offerta di case. E mentre la marea sale, a Termoli si registra un buco nero informativo: mancano dati cruciali su alloggi vuoti, sfitti o abbandonati. Può un Comune governare ciò che non misura?

# MOLISE, LA CURVA CHE RISALE
Nel 2024 in Molise si contano 289 sfratti eseguiti, in lieve aumento (+1%) sul 2023. Crescono con maggiore intensità le richieste di esecuzione, 574 in totale, pari a un +14,5%, mentre i provvedimenti emessi si fermano a 103, in calo del 9,6%. La quasi totalità – 100 su 103 – è dovuta a morosità, un segnale inequivocabile: l’emergenza casa è soprattutto emergenza redditi. Il capoluogo, Campobasso, accentra la parte più consistente del fenomeno con 280 esecuzioni (–2,1% rispetto all’anno precedente) e 530 richieste di esecuzione. A Isernia, dopo un anno senza esecuzioni, nel 2024 se ne contano 9, con 44 richieste e un aumento del 31% dei provvedimenti. Numeri piccoli in assoluto, ma pesanti in proporzione.

## UN DATO “PICCOLO” CHE PESA PIÙ DI ALTRI
Rapportati alla popolazione, gli indicatori molisani superano quelli di regioni più grandi come Sardegna, Umbria e Basilicata. È un campanello d’allarme: quando l’incidenza relativa eccede territori più popolosi, non siamo più davanti a una fiammata, ma a un quadro strutturale che tende a riproporsi.

# LA SERIE STORICA: IL DOPO-PANDEMIA TRA PICCHI E STABILIZZAZIONE
Dopo il crollo del 2020, figlio del blocco pandemico, gli sfratti sono tornati a salire con un picco nel 2022: 390 esecuzioni. Da allora la curva si è “stabilizzata” su livelli elevati. È la traiettoria di molti mercati locali dell’abitare, stretti tra inflazione dei costi, redditi stagnanti e un’offerta che non riesce a intercettare la domanda sociale di affitti stabili e sostenibili. Il quadro nazionale conferma il trend: nel 2024 si contano oltre 81 mila richieste di esecuzione (+9,8%) e 21 mila sfratti eseguiti, con più di 30 mila provvedimenti per morosità. Se l’onda è nazionale, in Molise batte più forte.

# IL PESO DELLA CASA SUL BILANCIO FAMILIARE
Il dossier di La Città Invisibile/FACED richiama un punto cruciale: per molte famiglie il canone di affitto supera il 40% del reddito disponibile. Nelle fasce più deboli, questo “tasso di sforzo” diventa insostenibile. È come pagare due volte: prima l’affitto, poi gli interessi sociali della rinuncia ad altre spese essenziali. E il resto del bilancio? Bollette, alimentari, trasporti: spesso si taglia dove si può, non dove si vorrebbe. Dietro l’indice di morosità c’è dunque un motore macroeconomico: salari che non compensano l’aumento dei costi dell’abitare e una crescente precarietà occupazionale. La casa, da bene rifugio, rischia di diventare un fattore di vulnerabilità.

# POVERTÀ ASSOLUTA: L’ALTRA FACCIA DELLA MOROSITÀ
Il territorio molisano non è un’isola: quasi il 10% degli italiani vive in povertà assoluta, pari a 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie. L’incidenza cresce nel Mezzogiorno (10,5%) rispetto al Nord (7,9%) e tocca il 13,8% tra i minori. Per i nuclei con almeno un componente straniero la quota sale al 30%. Un dato che dialoga direttamente con la capacità di pagare l’affitto. Non stupisce, allora, che un terzo delle famiglie dichiari di aver ridotto la spesa alimentare: quando l’alloggio assorbe il reddito, la tavola si fa più leggera. Sono numeri che spiegano perché la morosità sia la causa schiacciante dei provvedimenti (100 su 103 in Molise nel 2024). La vulnerabilità economica si traduce in arretrati; gli arretrati, in provvedimenti; i provvedimenti, se non si interviene prima, in sfratti eseguiti.

# TERMOLI, IL “BUCO NERO” DEI DATI
La Città Invisibile/FACED punta il dito su Termoli, dove sono stati richiesti mesi fa al Comune e allo IACP dati su alloggi vuoti, sfitti o abbandonati e informazioni sull’edilizia popolare. “In particolare, al Comune di Termoli abbiamo richiesto alcuni dati che potrebbero aiutarci a capire l’entità del vuoto abitativo a Termoli, cioè quanti appartamenti sono sfitti, vuoti, abbandonati o affittati solo per brevi periodi all’anno. Allo IACP invece abbiamo chiesto una serie di informazioni per avere un quadro più completo sullo stato della questione abitativa negli alloggi di edilizia popolare a Termoli. Ad oggi nessuna di queste richieste ha ancora ricevuto risposta”. Il punto è dirimente: senza mappare il patrimonio disponibile, è impossibile attivare politiche mirate di riallocazione, social housing o incentivi per riportare sul mercato gli alloggi inutilizzati. Può un Comune programmare senza dati? Può una Regione valutare l’impatto degli interventi senza una base informativa condivisa?

# POLITICHE PUBBLICHE: LA RICHIESTA DI UNA ROTTA STABILE
Per FACED il messaggio è netto: “Serve una politica pubblica stabile sulla casa che integri sostegni economici, edilizia accessibile e strumenti di prevenzione della morosità, invece di agire solo quando le famiglie sono già a rischio sfratto”. Tradotto in agenda operativa, significa: - Potenziare i fondi anti-morosità incolpevole con criteri rapidi e automatici. - Incentivare contratti a canone concordato e alloggi a costi calmierati, soprattutto nei capoluoghi come Campobasso. - Riattivare il patrimonio inutilizzato, anche pubblico, con ristrutturazioni leggere e bandi trasparenti. - Semplificare gli strumenti per i Comuni: banche dati integrate su alloggi vuoti e domande di edilizia residenziale pubblica. - Coinvolgere il terzo settore per mediazione sociale e accompagnamento all’abitare, riducendo il tasso di sfratti eseguiti.

## PREVENIRE COSTA MENO CHE INTERVENIRE DOPO
L’esperienza dei territori insegna che la prevenzione della morosità, con micro-sostegni tempestivi e rinegoziazioni assistite, ha un moltiplicatore sociale elevato: evita lo sfratto, riduce il costo per i servizi comunali e tutela la continuità scolastica dei minori. È l’opposto della gestione emergenziale che interviene a danno consumato.

# TRA MERCATO E WELFARE: QUALE EQUILIBRIO?
Il 2024 ha visto una “stabilizzazione alta” degli sfratti dopo il post-pandemia. La domanda, allora, è semplice: possiamo accettare che l’accesso a un affitto stabile dipenda solo dalla capacità di assorbire rincari e volatilità? In un contesto in cui l’inflazione degli ultimi anni ha ridotto il potere d’acquisto e la stretta creditizia ha spostato parte della domanda dalla proprietà all’affitto, l’equilibrio tra mercato e welfare abitativo diventa decisivo. Per il Molise – e in particolare per Campobasso, Isernia e Termoli – la sfida è duplice: proteggere oggi le famiglie in difficoltà e costruire un’offerta di lungo periodo che non le esponga domani agli stessi rischi. Il tempo delle risposte parziali sembra finito; quello delle politiche “a impatto misurabile” deve cominciare dai dati mancanti.

# L’URGENZA DEI PROSSIMI MESI
La traiettoria degli indicatori (574 richieste di esecuzione, +14,5% nel 2024) suggerisce che senza un cambio di passo la pressione potrebbe restare alta. La priorità operativa? Ricostruire la filiera: dati affidabili, interventi preventivi, incentivi all’offerta accessibile e tutela dei nuclei più vulnerabili, a partire dai minori e dalle famiglie con componenti stranieri dove l’incidenza della povertà è maggiore. L’abitare non è un capitolo a margine del welfare, è la sua premessa. Per questo l’allarme di La Città Invisibile/FACED è duplice e concreto: crescono gli sfratti in Molise e contemporaneamente mancano i dati per affrontarli con politiche efficaci. Quando la casa diventa il primo fattore di fragilità, l’indifferenza informativa non è neutrale: pesa quanto un affitto troppo caro.

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