Il caso
02.12.2025 - 16:02
La continuità assistenziale tradizionale (la “guardia medica”) rappresenta un presidio prezioso, ma non sostituisce l’expertise pediatrica. L’ambulatorio dedicato riduce gli accessi impropri ai pronto soccorso di Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone, liberando risorse per le urgenze reali, e offre alle famiglie un orizzonte di prossimità e competenza.
UN’URGENZA CON UNA DATA: 31 DICEMBRE
C’è una scadenza scritta nero su bianco: 31 dicembre. Quel giorno, se nulla cambierà, si spegneranno le luci degli ambulatori pediatrici attivati in via sperimentale nei fine settimana negli ospedali di Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone. Un servizio nato per colmare un vuoto evidente — la mancanza di un riferimento pediatrico quando il pediatra di base è irraggiungibile tra sabato e domenica, nei festivi e prefestivi — e per alleggerire la pressione sui pronto soccorso, da anni alle prese con carenze croniche di personale. È davvero immaginabile tornare indietro di un anno, rimettendo famiglie e bambini nel labirinto dell’improvvisazione? L’appello è netto e porta la firma di Angelo Primiani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “Il servizio va prorogato senza indugi”. Non una boutade natalizia, ma la richiesta di una decisione amministrativa chiara, supportata da un principio semplice: l’assistenza pediatrica non è un lusso, è un diritto.
A RICHIESTA DI ANGELO PRIMIANI (M5S): DALLA SPERIMENTAZIONE ALLA STRUTTURA
Angelo Primiani, da tempo in Consiglio regionale impegnato sul tema, ha indicato una rotta precisa alla struttura commissariale della sanità molisana: rendere pubblici i dati sugli accessi al servizio, formalizzare la proroga e lavorare fin da subito perché diventi una componente stabile dell’offerta sanitaria del Molise. Tre verbi che non ammettono ambiguità: trasparire, prorogare, strutturare. La posizione del consigliere si inserisce in un contesto noto: il Molise sta attraversando una fase “delicatissima” sul futuro della sanità, con reparti ridimensionati e altri ancora a rischio. In questo scenario, l’ambulatorio pediatrico del fine settimana non è un orpello, ma un tassello della riorganizzazione territoriale. I riscontri — “decine di genitori” che in questi mesi se ne sono avvalsi — indicano una domanda reale. Perché interrompere un percorso che, pur nato come sperimentazione, ha trovato riscontro concreto?
# H2. PERCHÉ PROROGARE: BAMBINI, FAMIGLIE E PRONTO SOCCORSO
Il valore di questi ambulatori sta nella tempestività. Un’otite, una febbre alta, un trauma lieve: spesso non sono emergenze da 118, ma non possono neppure attendere il rientro in studio del pediatra di libera scelta. La continuità assistenziale tradizionale (la “guardia medica”) rappresenta un presidio prezioso, ma non sostituisce l’expertise pediatrica. L’ambulatorio dedicato riduce gli accessi impropri ai pronto soccorso di Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone, liberando risorse per le urgenze reali, e offre alle famiglie un orizzonte di prossimità e competenza. Non è solo una questione organizzativa: è anche una scelta culturale. Un sistema sanitario che scommette sulla prossimità riduce costi indiretti, ansie, spostamenti, e rafforza la fiducia nelle istituzioni. In fondo, la domanda è semplice: in una regione che “da anni” fatica a coprire i turni ospedalieri, ha senso rinunciare a un servizio che previene intasamenti e garantisce cure adeguate?
# H2. DATI E TRASPARENZA: IL BANCO DI PROVA DELLA STRUTTURA COMMISSARIALE
La richiesta di Primiani di “rendere pubblici i dati sugli accessi” è più che legittima: è una precondizione per una buona decisione. Quanti bambini sono stati visitati a Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone? Quali patologie sono state trattate? Quanti invii ai pronto soccorso sono stati evitati? Senza numeri, la politica procede a fari spenti. Con i numeri, si può misurare l’impatto, allocare risorse, correggere le criticità. La struttura commissariale — chiamata a bilanciare conti e diritti — ha qui un’occasione per affermare un metodo: open data, indicatori di performance, valutazione trimestrale. Trasparenza non come esercizio di stile, ma come strumento per anticipare problemi e costruire consenso informato.
# H2. LE CRITICITÀ SUL TAVOLO: PERSONALE, TURNI, SOSTENIBILITÀ
Certo, la realtà non si piega alle buone intenzioni. In Molise, come altrove, la disponibilità di pediatri è limitata; i turni serali e festivi sono difficili da coprire; i budget hanno margini stretti. Ma proprio per questo serve una rotta stabile. Continuare con rinnovi-ponte, di mese in mese, rende più arduo reclutare professionisti e programmarne l’impiego. Le leve possibili? Programmazione pluriennale dei turni, integrazione con la continuità assistenziale, uso mirato di teleconsulenze pediatriche per i casi a bassa complessità, protocolli condivisi con i pronto soccorso e la rete del 118, e un sistema di incentivi chiaro per chi assicura coperture nei fine settimana. Una regia unica può trasformare un esperimento in una prassi efficiente.
# H2. UN’OCCASIONE PER LA SANITÀ TERRITORIALE DEL MOLISE
L’ambulatorio pediatrico del weekend può diventare la “prima pietra” di una sanità territoriale più vicina alle persone. Molise ha bisogno di nodi di prossimità capaci di dialogare con le Case della comunità, le Centrali operative territoriali e i servizi di prevenzione: luoghi dove il bambino non sia un accesso episodico, ma un percorso di cura. Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone possono essere i quattro perni di una rete che si allarga, con standard comuni, triage uniforme, informatica condivisa. Il punto è semplice: avvicinare il servizio al cittadino riduce la distanza tra bisogno e risposta. E quando il paziente è un bambino, qualche chilometro in meno e un’ora in più di apertura valgono molto più di un capitolo di spesa.
## H3. TRE MOSSE OPERATIVE PER PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI
- Proroga formale prima del 31 dicembre: un atto amministrativo che dia continuità senza “buchi” di servizio. - Pubblicazione dei dati sugli accessi, per ospedale e per fascia oraria, con indicatori di esito e di appropriatezza. - Piano 2025 per la strutturalizzazione: accordi con i pediatri, integrazione con la continuità assistenziale, budget dedicato e monitoraggio trimestrale in Consiglio regionale.
## H3. IL FATTORE TEMPO: LA SCADENZA COME STRESS TEST DEL SISTEMA
Le riforme si misurano anche sulla capacità di evitare i non-luoghi: i vuoti di assistenza che si aprono tra un depliant e una delibera. Il 31 dicembre è insieme deadline amministrativa e simbolo di una scelta: si può decidere in tempo, oppure lasciare che siano le famiglie a fare i conti con l’assenza di alternative nei fine settimana. La politica, qui, non è l’arte del rinvio, ma il mestiere della responsabilità.
### H4. L’AULA COME ULTIMA ISTANZA
Angelo Primiani lo ha detto con chiarezza: in assenza di risposte, riporterà il tema in Consiglio regionale, chiedendo all’Aula di pronunciarsi su un “tema serissimo come la tutela del diritto alla salute dei bambini”. È un promemoria utile: la sanità è materia tecnica, ma resta un grande fatto pubblico. Richiede contabilità, ma prima ancora visione e coraggio.
# H2. EVITARE IL PASSO INDIETRO
Interrompere la sperimentazione a fine dicembre “sarebbe incomprensibile”: non per slogan, ma per coerenza con i risultati attesi e con il bisogno espresso dalle famiglie. Un servizio che nasce per decongestionare i pronto soccorso e offrire una presa in carico pediatrica nei fine settimana è, per definizione, una risposta a un problema reale. Toglierlo non cancella il problema: lo sposta, e spesso lo ingrandisce. La domanda, allora, è la stessa che si fanno tanti genitori in fila davanti a un ambulatorio: perché complicare ciò che ha iniziato a funzionare? La politica ha l’occasione di incidere nella vita quotidiana delle persone con una scelta semplice e ragionevole. Servono atti, e servono in fretta.
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