Il fatto di cronaca
09.12.2025 - 07:06
Su segnalazione ai Vigili del Fuoco, è scattato il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse: un dispositivo che, come un orologio di precisione, mette in moto competenze e risorse di più corpi dello Stato.
Il tempo, a Campochiaro, sembra essersi fermato. Da giorni non si hanno notizie di Antonio Picciano e, con il passare delle ore, l’apprensione cresce in un paese che conosce bene il valore delle relazioni di comunità. Nel pomeriggio di oggi, su segnalazione ai Vigili del Fuoco, è scattato il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse: un dispositivo che, come un orologio di precisione, mette in moto competenze e risorse di più corpi dello Stato. Sul posto sono impegnate squadre dei Vigili del Fuoco e i Carabinieri. L’appello, rilanciato dal Comune di Campochiaro sui suoi canali social con identità e foto dello scomparso, è semplice e urgente: chiunque abbia visto o abbia informazioni utili contatti le forze dell’ordine.
ORE D’ANSIA IN UN PAESE UNITO: CHI È ANTONIO PICCIANO E COSA SI SA
Campochiaro, piccolo centro del Molise, vive ore di apprensione. Di Antonio Picciano si sono perse le tracce “da qualche giorno”, un intervallo che nella gestione delle scomparse pesa come un macigno. Non sono stati diffusi dettagli personali oltre a nome e immagine, scelta in linea con un principio di riservatezza e rispetto: l’interesse pubblico alla ricerca convive con la tutela della persona e dei familiari. Il Comune ha fatto da cassa di risonanza istituzionale, informando la cittadinanza e invitando chiunque possa aver visto Antonio a mettersi in contatto con le autorità competenti. È un gesto decisivo, perché nelle prime fasi le segnalazioni spontanee possono orientare i perimetri della ricerca.
# L’ATTIVAZIONE DEL PIANO PROVINCIALE: COME FUNZIONA E CHI COORDINA
Il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse è la cornice operativa che, in casi come questo, consente di muoversi con rapidità e metodo. Dopo la segnalazione ai Vigili del Fuoco, si attiva una catena di comando e coordinamento che vede coinvolti, tra gli altri, Carabinieri, Protezione civile e, quando necessario, unità specialistiche come cinofili, operatori di topografia applicata al soccorso, droni e tecnologie di geolocalizzazione. L’obiettivo è duplice: delimitare aree di interesse e battere il territorio con criteri scientifici, incrociando dati su percorsi abituali, testimonianze e vincoli ambientali. È un mosaico che si compone tassello dopo tassello, spesso grazie a dettagli in apparenza minimi.
# IL RUOLO DEI VIGILI DEL FUOCO E DEI CARABINIERI: RICERCA E SICUREZZA
Che sul campo siano impegnati Vigili del Fuoco e Carabinieri non è solo un dato operativo. Ai primi spetta la ricerca tecnica: perlustrazioni, bonifiche d’area, impiego di mezzi speciali in boschi, corsi d’acqua, zone impervie. Ai secondi la funzione investigativa e di sicurezza: raccolta di informazioni, verifica di segnalazioni, ascolto di testimoni, protezione del perimetro delle operazioni. È lo schema tipico delle scomparse non immediate e non circoscritte: la linea sottile tra emergenza e indagine va presidiata senza sovrapposizioni, nel solco delle procedure nazionali definite per le persone scomparse.
# CAMPOCHIARO E IL MATESE: QUANDO IL TERRITORIO AIUTA E COMPLICA
Campochiaro si affaccia sul massiccio del Matese, un territorio che è insieme risorsa e insidia. La ricchezza ambientale offre spazi vasti per cercare, ma anche un labirinto di sentieri, sterrate, radure e boschi che possono dilatare tempi e distanze. Le ricerche in zone rurali o montane procedono spesso “a ventaglio”, con squadre che battono le aree più prossime ai luoghi abituali e, via via, si allargano verso cerchi concentrici più ampi. Ma è il territorio a dettare la strategia: una pioggia improvvisa può cancellare tracce; un calo di luce riduce la visibilità; un corso d’acqua modifica i percorsi. Che fare, dunque? Procedere per scenari, incrociando mappe, orari e possibile mobilità della persona scomparsa.
# LE PRIME ORE NON TORNANO INDIETRO: PERCHÉ LA TEMPESTIVITÀ CONTA
“Le prime 24-48 ore sono decisive”: non è un luogo comune, ma il riflesso di statistiche e prassi. Agire presto significa contenere le aree di interesse, conservare tracce, convocare testimoni quando la memoria è ancora fresca. Nel caso di Antonio Picciano, la macchina si è mossa “nel pomeriggio di oggi”, a conferma che la sollecitazione ai Vigili del Fuoco ha innescato la risposta operativa prevista. Il tempo, qui, è come sabbia tra le dita: più stringi, più rischia di scivolare via. Ma ogni minuto guadagnato, ogni informazione corretta, ogni perlustrazione mirata aumentano le chance di esito positivo.
# L’APPELLO DEL COMUNE E IL POTERE (E IL RISCHIO) DEI SOCIAL
Il Comune di Campochiaro ha diffuso identità e foto di Antonio Picciano sulle proprie pagine social, chiamando a raccolta la cittadinanza. È la dimensione contemporanea della ricerca: la segnalazione istituzionale amplifica, in poche ore, la platea dei potenziali testimoni. Ma la rete è una lama a doppio taglio. La condivisione incontrollata, i commenti fuori fuoco, le ipotesi azzardate possono disorientare e ferire. In situazioni come questa, l’equilibrio è semplice: diffondere solo fonti ufficiali, evitare di rilanciare informazioni non verificate, indirizzare ogni avvistamento alle forze dell’ordine. È così che la partecipazione diventa risorsa e non rumore.
## COSA SEGNALARE E COME: I DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
- Orario e luogo di un eventuale avvistamento, anche approssimativi - Direzione di marcia, mezzi di trasporto, condizioni apparenti - Elementi distintivi dell’abbigliamento, eventuali oggetti in mano - Presenza di altre persone o veicoli nelle vicinanze - Ogni particolare che possa aiutare a restringere il campo Nel dubbio, meglio una segnalazione in più che una in meno. Saranno gli operatori a valutarla e incrociarla con le altre.
# CRONACA, ETICA E RESPONSABILITÀ: RACCONTARE SENZA INVADERE
Raccontare una scomparsa significa camminare sul filo teso tra diritto di cronaca e tutela della dignità. Il nome di Antonio Picciano e la località di Campochiaro sono stati diffusi per favorire le ricerche: è su quel perimetro che ci si deve muovere. Nessuna speculazione sulle cause, nessuna descrizione non necessaria di particolari personali, nessuna pressione sul dolore di familiari e amici. È un patto implicito con i lettori e con la comunità: informare per contribuire, non per alimentare curiosità.
# IL METODO CHE SALVA TEMPO: DAI CERCHI DI PERLUSTRAZIONE ALLA TECNOLOGIA
Le ricerche moderne combinano tradizione e innovazione. L’“occhio a terra” delle squadre sul campo si integra con droni, telecamere, cartografie digitali e analisi dei percorsi probabili. In contesti come quello molisano, la topografia applicata al soccorso aiuta a leggere pendenze, ostacoli naturali, zone di caduta del segnale telefonico. È una scacchiera, e ogni mossa – una testimonianza, un frammento di immagine, un tracciato sentiero – può rivelarsi la chiave. Ma c’è un principio che non cambia: la centralità del coordinamento. Senza una regia chiara, la somma di grandi sforzi può produrre piccoli risultati.
# LA COMUNITÀ COME PRESIDIO: VICINANZA E LUCIDITÀ
Campochiaro ha reagito come sanno fare i paesi: stringendosi, parlando, cercando. La vicinanza è un balsamo, ma dev’essere accompagnata dalla lucidità. Non improvvisare ricerche autonome in zone impervie, non esporsi a rischi personali, non intralciare i corridoi operativi. A ciascuno il suo ruolo: ai professionisti la perlustrazione tecnica; ai cittadini occhi vigili e informazioni puntuali. È una catena, e la tenuta dipende dalla forza di ogni anello.
# DOMANDE APERTE E ATTESA: LA SPERANZA COME BUSSOLA
In queste ore, le domande sono più delle risposte. Dove può essere Antonio Picciano? Quale dettaglio, forse sfuggito, può orientare le ricerche? A volte, nei casi di scomparsa, un singolo elemento – un orario preciso, un percorso inconsueto, un volto incrociato – cambia la prospettiva. L’attivazione del Piano provinciale e l’impegno di Vigili del Fuoco e Carabinieri dicono che la macchina è in moto. Alla comunità, e a chiunque sia in grado di offrire un contributo, si chiede una cosa semplice e decisiva: attenzione. Perché anche la speranza ha bisogno di metodo per non diventare illusione.
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