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Robot da Vinci al Cardarelli di Campobasso, una svolta per la sanità molisana

Un tassello tecnologico che, se ben governato, può ridisegnare l’offerta sanitaria del Molise, riducendo i viaggi della speranza e consolidando competenze sul territorio.

Robot da Vinci al Cardarelli di Campobasso: perché è una svolta per la sanità molisana

“L’inaugurazione del Robot Da Vinci – ha affermato il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti – rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di modernizzazione del nostro sistema sanitario regionale.”

Chi non vorrebbe un’operazione più precisa, meno dolorosa e con un ritorno alla vita quotidiana in tempi rapidi? A Campobasso, all’Ospedale “Cardarelli”, il “Robot Da Vinci” è stato inaugurato con l’ambizione di trasformare questa aspirazione in routine clinica. Un tassello tecnologico che, se ben governato, può ridisegnare l’offerta sanitaria del Molise, riducendo i viaggi della speranza e consolidando competenze sul territorio.

# UN INVESTIMENTO CHE PUNTA A CAMBIARE LA MAPPA DELLA CURA
“L’inaugurazione del Robot Da Vinci – ha affermato il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti – rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di modernizzazione del nostro sistema sanitario regionale.” Parole nette, accompagnate da un impegno politico e istituzionale che punta a garantire “tecniche operatorie meno invasive, più precise e con tempi di recupero ridotti”. Roberti ha parlato di “salto in avanti concreto e misurabile”, ringraziando ASReM e l’Università degli Studi del Molise per un percorso di collaborazione che vuole portare la regione “in linea con gli standard delle migliori strutture nazionali e internazionali”. Dietro le dichiarazioni, c’è una visione: trattenere pazienti e talenti in Molise, rafforzare le unità chirurgiche locali e costruire un’offerta di qualità che non sia episodica ma sistematica. Non solo un macchinario, insomma, ma un’infrastruttura di fiducia. Lo ha ricordato lo stesso Roberti: “Oggi non celebriamo soltanto un nuovo macchinario, ma il futuro che vogliamo costruire insieme”.

# CHE COS’È IL DA VINCI E COSA CAMBIA DAVVERO PER I PAZIENTI
Il Robot Da Vinci è un sistema di chirurgia robot-assistita che amplifica i gesti del chirurgo, traducendoli in movimenti estremamente precisi attraverso bracci meccanici. Le incisioni sono più piccole, il campo operatorio è ingrandito in 3D, la mano è stabilizzata: meno sanguinamento, minor dolore post-operatorio, cicatrici ridotte. Cosa significa per il paziente? In molti casi, degenze più brevi e ritorno più rapido alle attività quotidiane. Le applicazioni più consolidate, in Italia come all’estero, riguardano urologia (ad esempio, prostatectomia), ginecologia, chirurgia generale (colecisti, colon-retto), talvolta torace ed endocrinochirurgia. Non è una bacchetta magica – e il bisturi tradizionale non scompare – ma uno strumento che, quando indicato, alza l’asticella della precisione e della sicurezza. La domanda vera è: come far sì che questa tecnologia sia davvero per tutti coloro che ne hanno bisogno, e non per pochi?

# IL VALORE DELLA LECTIO E IL RESPIRO INTERNAZIONALE
A segnare il profilo dell’evento, la lectio magistralis del professor Pier Cristoforo Giulianotti, intervenuto dagli Stati Uniti. Una presenza che conferisce respiro internazionale e, soprattutto, richiama un punto cruciale: la chirurgia robotica vive di competenze, protocolli, casistica e aggiornamento continuo. Portare un maestro in aula e in sala vuol dire riconoscere che la tecnologia cammina sulle gambe dei professionisti e che la formazione avanzata – inclusa la proctoring experience e la simulazione – è la chiave per trasformare un investimento in esiti reali.

# FORMAZIONE, VOLUMI, ESITI: LA TRIADE CHE DECIDE IL SUCCESSO
Ogni robot ha bisogno di una squadra. Serve una sala operatoria preparata, anestesisti e strumentisti formati, un percorso pre e post-operatorio dedicato. Cruciale la gestione dei volumi: concentrare i casi in team dedicati riduce la curva di apprendimento e migliora gli esiti. A cosa serve la Ferrari se non c’è chi sappia guidarla in pista? La risposta è nei protocolli: selezione delle indicazioni, audit periodici, revisione degli outcome clinici, programmi di mentoring con centri esperti. La trasparenza è un alleato: pubblicare dati su complicanze, tempi di degenza, reinterventi e soddisfazione dei pazienti rafforza la fiducia della comunità e orienta le scelte cliniche. È un approccio da “sanità che misura”, coerente con le parole di Roberti e con l’idea di una crescita misurabile e condivisa.

# SOSTENIBILITÀ E PRIORITÀ: COME EVITARE L’EFFETTO VETRINA
Costi di acquisizione e manutenzione, consumabili dedicati, aggiornamenti software: la chirurgia robotica è un investimento importante. La vera sfida è la sostenibilità nel tempo. Come? Pianificando la domanda, integrando l’agenda operatoria, definendo percorsi appropriati per non “robotizzare” ciò che non serve. L’obiettivo non è operare di più, ma operare meglio dove fa la differenza clinica. Un’alleanza con l’Università degli Studi del Molise può potenziare ricerca e formazione, attrarre risorse e disegnare protocolli di valore, anche in rete con altre Regioni.

# IL RUOLO DEL CARDARELLI E LA RETE CLINICA REGIONALE
Il Cardarelli di Campobasso diventa il fulcro di una rete che deve saper dialogare con i presidi territoriali e con i medici di famiglia. Informare i pazienti sulle nuove possibilità, definire percorsi di invio e follow-up, garantire priorità ai casi con maggior beneficio clinico. In una Regione a bassa densità abitativa come il Molise, fare rete significa ridurre diseguaglianze e tempi di attesa, evitando doppioni e dispersione. E il personale? Il robot può ridurre la fatica fisica in sala operatoria, migliorare l’ergonomia e, di riflesso, la qualità del lavoro. Ma servono turni, sostituzioni, programmazione: la tecnologia non è un sostituto del capitale umano, ne è un moltiplicatore.

# TELE-MENTORING, RICERCA, GIOVANI: IL CANTIERE DEI PROSSIMI MESI
La presenza di un sistema di eccellenza apre a tele-mentoring, sessioni di training ibride e progetti di ricerca clinica. Perché non trasformare Campobasso in un hub formativo per il Centro-Sud in specifiche linee chirurgiche? Il coinvolgimento dei giovani medici, la creazione di un registro regionale degli esiti e l’adesione a network nazionali possono consolidare il posizionamento del Molise. A piccoli passi, con ambizione e misura.

# COSA ASPETTARSI PER I CITTADINI: BENEFICI TANGIBILI E COMUNICAZIONE CHIARA
Al paziente interessa, soprattutto, sapere: guarirò prima? Proverò meno dolore? Tornerò al lavoro in tempi più brevi? La risposta, per molte indicazioni, è tendenzialmente sì. È importante però che l’informazione sia chiara: non tutte le patologie richiedono il robot, e la decisione è multidisciplinare. Una comunicazione onesta – consulti ben fatti, consensi informati comprensibili, numeri trasparenti – costruisce fiducia e aumenta l’aderenza alle cure. Il messaggio che arriva dal Cardarelli è netto: la sanità molisana vuole essere moderna, efficiente e vicina ai bisogni delle persone. La tecnologia è un mezzo, non un fine. Sta alla governance regionale, a ASReM e all’Università degli Studi del Molise tradurre l’entusiasmo di oggi in risultati domani. Perché un’innovazione è tale solo quando cambia davvero la vita di chi la incontra.

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