Il caso
31.12.2025 - 21:47
C'è anche la polenta tra i 19 alimenti sequestrati a Pietracatella e sui quali si è concentrata l’attenzione degli investigatori che indagano sulla morte delle due donne. “La mera esecuzione di un autopsia non fornisce elementi immediati, occorrerà esaminare ed analizzare i reperti e per questo bisognerà attendere i risultati ufficiali”, dice il procuratore della Repubblica Nicola D’Angelo
È durata 7 ore l’autopsia sui corpi di Antonella Di Ielsi, 50 anni, e di sua figlia Sara Di Vita, di 15 anni, morte a poche ore di distanza all'ospedale Cardarelli di Campobasso tra il 27 e il 28 dicembre. Al momento è possibile parlare in termini generici di una tossinfezione di natura alimentare". È quanto riferisce l'anatomopatologo Marco Di Paolo, consulente della difesa e della famiglia Di Vita. Secondo quanto spiegato dall'esperto, si tratterebbe di due persone sane, decedute in seguito a un evento compatibile con qualcosa ingerito, ma allo stato non è possibile individuare quale sostanza o alimento possa aver causato dall’ingestione di tossine alimentari. Potrebbe essere accaduto la sera del 23 dicembre, quando a cena non c'era la figlia maggiore, quella che non è mai stata male. Quella sera mangiarono in tre: padre, madre e figlia minore. Avrebbero mangiato anche funghi e forse proprio i funghi sono i responsabili dell'avvelenamento mortale. . "Non si può dire di che cosa si tratti - viene riferito - e non è possibile escludere alcuna ipotesi". Le valutazioni restano dunque prudenti e interlocutorie. Ogni chiarimento definitivo potrà arrivare solo dagli esami chimici e tossicologici sui prelievi effettuati e dalle analisi sugli alimenti sequestrati. “La mera esecuzione di un autopsia non fornisce elementi immediati, occorrerà esaminare ed analizzare i reperti e per questo bisognerà attendere i risultati ufficiali”, dice il procuratore della Repubblica Nicola D’Angelo, titolare dell’inchiesta, che ha concesso 90 giorni di tempo per avere i risultati anche se gli investigatori sperano di ottenere anche indicazioni in tempi più rapidi. Per la Procura l'autopsia è stata eseguita dalla dottoressa Benedetta Pia De Luca, medico legale nominato dall'autorità giudiziaria, di San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia, dirigente medico alla Asl di Lanciano, esperta anche di balistica, affiancata dal dottor Laterza, gastroenterologo. Presenti all'esame anche i legali e i consulenti delle parti: per la famiglia delle vittime gli avvocati Arturo Messere e Paolo Lanese con il medico legale di parte, il professor Marco Di Paolo di Pisa; in obitorio anche i difensori e i periti dei cinque medici iscritti nel registro degli indagati come atto dovuto: i tre medici del pronto soccorso del Cardarelli — Maria Balbo, Ramon Aldo Olivieri e Pietro Vuotto — e due colleghi della Guardia medica, Angela Maria Castelluzzo e Michele Formichella, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose. Secondo quanto emerso, madre e figlia, pur in presenza di sintomi, sarebbero state rimandate a casa in due occasioni.
ANCHE LA POLENTA TRA GLI ALIMENTI SEQUESTRATI
Sono 19 gli alimenti sequestrati a Pietracatella e sui quali si è concentrata l’attenzione degli investigatori che indagano sulla morte delle due donne. Si tratta di un preparato con funghi e peperoni, olive verdi, olive nere, polpette, formaggio con pistacchio, mozzarella di latte vaccino, salsa di pomodoro, funghi presumibilmente del tipo “pleurotus ostreatus”, vongole cotte con guscio, baccalà gratinato con pinoli, uva e patate, torta con pandispagna e crema al pistacchio, pesto, formaggio spalmabile, due tipi diversi di marmellata, polenta condita con funghi presumibilmente champignon, due tipi di formaggio spalmabile, funghi alla contadina, giardiniera autoprodotta. I prodotti sequestrati si trovavano in parte nella casa di Gianni Di Vita e in parte nell’abitazione della madre, al primo piano dello stesso stabile. Le analisi sui cibi sono state delegate all’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise. A prelevare gli alimenti sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Campobasso, insieme agli ispettori dell'Ufficio Igiene dell'Asrem. Tra i prodotti sequestrati figurano funghi, baccalà gratinato, formaggi, marmellate, una conserva di funghi e peperoni, polpette, mozzarella e altro. Si tratta sia di alimenti di produzione industriale sia di prodotti preparati in casa, conservati in barattoli. Tutto il materiale sarà sottoposto a verifiche microbiologiche, chimiche e tossicologiche per individuare eventuali fonti di contaminazione. Secondo quanto riferiscono fonti investigative, è in fase di ultimazione una lista dettagliata dei cibi sequestrati che sarà trasmessa al Ministero della Salute nell'ambito delle procedure previste. Le analisi rappresentano uno degli snodi centrali dell'indagine coordinata dalla Procura di Campobasso, che resta aperta su più ipotesi in attesa dei riscontri scientifici.
MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI GIANNI DI VITA
"Vista l'evoluzione favorevole del quadro clinico", Gianni Di Vita, 55 anni - padre di Sara (15 anni) e marito di Antonella Di Ielsi (50), morte tra il 27 e il 28 dicembre per una grave intossicazione a Campobasso - e' stato trasferito dal reparto di Rianimazione in reparto ordinario. Lo rende noto L'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" Irccs spiegando che l'uomo e l'altra figlia 19enne "continuano ad essere debitamente assistiti dall'equipe medica e supportati dal team di psicologi dell'Istituto". Di Vita era stato ricoverato per una sospetta malattia a trasmissione alimentare (Mta).
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