Il fatto di cronaca
17.05.2024 - 14:40
Il presidente dell'Ordine degli architetti, Izzi
L’Ordine degli Architetti della provincia di Campobasso ha espresso solidarietà al collega vittima dell’attacco. Il presidente Alessandro Izzi ha dichiarato: “Abbiamo appreso con rammarico e sgomento dell’aggressione subita dal nostro collega che, tra l’altro, è anche un consigliere del nostro ordine provinciale. Una violenza ingiustificata ed ingiustificabile che condanniamo fermamente”. Izzi ha sottolineato come questo episodio non sia isolato, evidenziando un problema più ampio di sicurezza per i dipendenti pubblici.
Un episodio di violenza ha scosso la tranquilla cittadina di Termoli, in provincia di Campobasso, il 16 maggio scorso. Un imprenditore del settore della ristorazione, esasperato dal mancato rinnovo di un permesso per l’installazione di un gazebo, ha aggredito un dipendente del Servizio Unico di Attività Produttive (SUAP) negli uffici comunali di via Madonna delle Grazie. L’aggressione, avvenuta con un casco da motociclista, ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e del personale medico, che ha trasportato il ferito in ospedale. Fortunatamente, le lesioni riportate non sono gravi.
LA CRONACA DI UN'AGGRESSIONE
L’episodio si è verificato nella mattinata del 16 maggio, quando un ristoratore, frustrato per il mancato rinnovo del permesso necessario per l’installazione di un gazebo fuori dal suo locale, ha perso il controllo. La discussione, inizialmente verbale, è degenerata rapidamente in violenza fisica. Il dipendente del SUAP, colpito con un casco da motociclista, ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia e della municipale, nonché i volontari della Misericordia, che hanno trasferito il malcapitato in ospedale.
LA REAZIONE DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI
All’indomani dell’aggressione, l’Ordine degli Architetti della provincia di Campobasso ha espresso solidarietà al collega vittima dell’attacco. Il presidente Alessandro Izzi ha dichiarato: “Abbiamo appreso con rammarico e sgomento dell’aggressione subita dal nostro collega che, tra l’altro, è anche un consigliere del nostro ordine provinciale. Una violenza ingiustificata ed ingiustificabile che condanniamo fermamente”. Izzi ha sottolineato come questo episodio non sia isolato, evidenziando un problema più ampio di sicurezza per i dipendenti pubblici.
UN PROBLEMA SISTEMICO?
L’aggressione di Termoli solleva interrogativi importanti sulla sicurezza dei lavoratori pubblici e sulla gestione delle tensioni burocratiche. È lecito chiedersi: quanto spesso i dipendenti pubblici sono esposti a simili rischi? E quali misure possono essere adottate per prevenire tali episodi? La violenza non può e non deve mai essere una risposta accettabile alle frustrazioni burocratiche. Tuttavia, è evidente che esiste un problema di comunicazione e gestione delle aspettative tra cittadini e istituzioni.
LA BUROCRAZIA COME CAMPO DI BATTAGLIA
La vicenda di Termoli è un esempio estremo, ma non unico, di come la burocrazia possa diventare un campo di battaglia. Le lungaggini amministrative, le incomprensioni e le frustrazioni possono accumularsi fino a esplodere in episodi di violenza. In un contesto in cui la burocrazia è spesso percepita come un ostacolo piuttosto che un servizio, è fondamentale lavorare per migliorare la trasparenza e l’efficienza dei processi amministrativi.
SOLIDARIETÀ E RIFLESSIONI
La solidarietà espressa dall’Ordine degli Architetti è un segnale importante di coesione e supporto tra colleghi. Ma oltre alla solidarietà, è necessario un impegno concreto per garantire la sicurezza dei lavoratori pubblici. Questo include non solo misure di sicurezza fisica, ma anche formazione per la gestione delle situazioni di conflitto e stress. È essenziale che le istituzioni lavorino per creare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso, in cui i dipendenti possano svolgere le loro mansioni senza timore di aggressioni.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
Le istituzioni hanno il dovere di proteggere i loro dipendenti e di garantire che episodi come quello di Termoli non si ripetano. Questo richiede un approccio multifattoriale che includa la revisione delle procedure burocratiche, la formazione del personale e l’implementazione di misure di sicurezza adeguate. Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura del rispetto e della legalità, in cui la violenza non sia mai tollerata.
UN APPELLO ALLA CALMA
In un momento storico in cui le tensioni sociali sono elevate, è cruciale che tutti, cittadini e istituzioni, lavorino insieme per risolvere i conflitti in modo pacifico e costruttivo. La violenza non risolve i problemi, ma li aggrava. È necessario promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, affinché episodi come quello di Termoli diventino un ricordo del passato.
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