Il caso
14.08.2024 - 12:10
Con una delibera di Giunta, la Regione Abruzzo ha approvato l'abbattimento di 500 cervi che sarà effettuato dai cacciatori e avverrà in 2 aree dell'Abruzzoaquilano. Preoccupati della decisione dell'esecutivo regionale degli animalisti che sottolineano che, in Abruzzo, alcuni paesi hanno costruito, sulla presenza dei cervi, la propria immagine identitaria e ne hanno fatto un motivo di promozione turistica.
Con una delibera di Giunta, la Regione Abruzzo ha approvato l'abbattimento di 500 cervi che sarà effettuato dai cacciatori e avverrà in 2 aree dell'Abruzzoaquilano, definite Comprensorio 1 e 2, negli Ambiti territoriali di caccia (Atc) Avezzano, Sulmona, subequano, L'Aquila e Barisciano, al di fuori delle aree protette e della Zona di protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. Preoccupati della decisione dell'esecutivo regionale degli animalisti che sottolineano che, in Abruzzo, alcuni paesi hanno costruito, sulla presenza dei cervi, la propria immagine identitaria e ne hanno fatto un motivo di promozione turistica.
"Si attendeva questa misura da una decina di anni e finalmente è arrivata grazie alla Giunta Marsilio", ha detto a LaPresse Marco Finocchio, presidente de 'L'Abruzzo in agris'. "Ad occuparsi del prelievo negli ambiti territoriali di caccia di Avezzano, Sulmona e la valle Subequana, saranno proprio i cacciatori - ha aggiunto Finocchio - Le aree interessate dall'intervento non sono sottoposte a vincoli ambientali e, nella maggior parte dei casi, erano coltivate dagli agricoltori a frumento, mais e patate oppure occupate da alberi di frutta, in particolare mele. Fondi, che purtroppo non sono stati più lavorati perché il raccolto era preda soprattutto di cinghiali e cervi, visti in gran numero in quelle aree - ha concluso Finocchio - Inoltre, la presenza massiccia di cervi e altri animali selvatici, nei pressi dei centri abitati, soprattutto montani, è un problema di sicurezza stradale ed è spesso all'origine di incidenti, in alcuni casi, mortali".
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