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La tradizione

Inizia il "Piccolo Natale" di Agnone, quando si partiva lungo i sentieri della transumanza per Foggia

La sveglia è alle 6 e tutti vogliono esserci nelle chiesa di San Marco Evangelista per la tradizionale "Pastorale Agnonese" (la "Pasturella"), composta dal musicista Filippo Gamberale nella seconda metà dell’Ottocento.

Inizia il "Piccolo Natale" di Agnone, quando si partiva lungo i sentieri della transumanza per Foggia

Il coro che esegue la tradizionale Pastorale Agnonese

Il 21 novembre gli artigiani partecipavano con le loro famiglie alla celebrazione, prima di incamminarsi verso i paesi del Foggiano per vendere i propri prodotti, nelle fiere lungo i sentieri della transumanza. Ed è il giorno del "Piccolo Natale" perché, come tradizione vuole, appena terminata la celebrazione eucaristica la gente si ritrova in bar e nelle case per gustare la cioccolata calda agnonese (a base di cacao, caffè, cannella) ed i «rafaiuli», biscotti al latte che si sposano divinamente con la cioccolata mattutina.

La sveglia è alle 6 e tutti vogliono esserci nelle chiesa di San Marco Evangelista per celebrare, nel giorno in cui si rende omaggio alla festa della Madonna delle Grazie, l’inizio del Piccolo Natale di Agnone.  Una cerimonia molto particolare, fatta di momenti commoventi, in cui risuonano le note della tradizionale Pastorale Agnonese, composta dal musicista Filippo Gamberale nella seconda metà dell’Ottocento. Una melodia dolce, un tempo suonata da un’orchestra di artigiani, oggi da 15 giovani musicisti ed amanti della musica della città. Le note dell’organo e degli altri strumenti rievocano l’atmosfera delle feste natalizie, come un canto che viene dal passato per riempire di emozione il presente. La Pastorale Agnonese torna poi a risuonare a Santa Lucia, il 13 dicembre, nella Chiesa di Sant’Emidio, il 31 dicembre nella residenza per anziani di San Berardino, il 26 dicembre nella Chiesa di San Nicola, il 6 gennaio nella Chiesa dei Cappuccini, il 17 gennaio nella Chiesa di Sant’Antonio, il 2 e 3 febbraio per la Candelora nella Chiesa di San Biase. Una melodia che richiama nel nome, così come lo è per l’intera tradizione, la vita nei campi, l’allevamento, l’artigianato.  

COME NASCE IL PICCOLO NATALE AGNONESE

Agnone ha alle spalle una grande storia religiosa. Dal 1400 alla seconda guerra mondiale era il centro religioso più importante del territorio. Inoltre, nel periodo che precedette gli anni ’50, le arti e i mestieri erano molto diffusi nella cittadina. C’erano una miriade di laboratori del rame, dell’oro e dell’argento, e poi fabbri, falegnami, calzolai, e ovviamente forgiatori di campane, la cui tradizione riecheggia oggi nelle straordinarie opere d’arte, soprattutto campane, della Fonderia Marinelli . E allevatori, produttori di formaggi, che dalla civiltà della transumanza ha tratto la sua linfa, per dar vita all’arte casearia, nei giorni in cui le montagne cominciavano ad imbiancarsi di neve si spostavano in Puglia, soprattutto nei paesi del Foggiano, per vendere i propri prodotti, nelle fiere lungo i sentieri della transumanza.  A volte, potevano tornare solo dopo Natale. Così, il 21 novembre, gli artigiani con le loro famiglie partecipavano alla messa delle sei del mattino nella chiesa di San Pietro, dove ricevevano la benedizione della Madonna delle Grazie, secondo il vecchio detto “Che Ddìa t’aìuta e la Madonna te spiccia la vojja” (Che Dio ti aiuti e la Madonna ti [liberi] da ogni pericolo), per poi incamminarsi lungo le grandi strade erbose.

LA FESTA

Il 21 novembre è il giorno ribattezzato nella cittadina alto molisana come il “Piccolo Natale”. È la data che segna l’inizio delle feste e che invita pasticcieri e pasticcere a preparare ostie con le noci, mostaccioli e prelibatezze da assaporare in tutto il periodo dell’Avvento e poi nelle ultime settimane dell’anno. Finita la messa, quindi, si va nelle case della gente, dove famiglie devote alla tradizione apparecchiano le tavole per condividere la cioccolata calda con i dolci “raffaiuoli”. Fatti anche di latte, come quello munto lungo i Tratturi durante la transumanza, come quello che ancora oggi, in Alto Molise, è materia prima di qualità dei nostri formaggi della tradizione

Come tradizione vuole, appena terminata la celebrazione eucaristica la gente si ritrova in bar e nelle case per gustare la cioccolata calda agnonese (a base di cacao, caffè, cannella) ed i «rafaiuli», biscotti al latte che si sposano divinamente con la cioccolata mattutina.

Ma soprattutto da oggi, in ogni famiglia dell’agro, le donne, cominceranno a confezionare le «Ostie» e le «Pizzelle» che con i mostaccioli ed altre delizie dolciarie tipiche del Natale, riempiono di profumi unici soprattutto le strade del borgo antico di Agnone.

LO STUDIOSO

«Questa tradizione ha radici antiche; la storia ci racconta che si perpetua sin dalla seconda metà dell’800. I commercianti e gli artigiani in questo periodo si spostavo verso le zone della Puglia dove le temperature erano più miti. Dopo aver ricevuto la benedizione della Madonna che gli artigiani gradivano pensando all’antico  detto “Che Ddìa t’aìuta e la Madonna te spiccia la vojja” (Che Dio ti aiuti e la Madonna ti [liberi] da ogni pericolo) e, gustato la suadente pastorale, si inoltravano lungo i tratturi, mentre le montagne erano già spruzzate di neve. Gli artigiani, ora, potevano recarsi nei luoghi di fiera e di mercato con il bel ricordo natalizi nel cuore, con la commovente “Pastorale” nella mente, con la tipica litania che riecheggiava dalle loro bocche durante il percorso, nelle soste e nei paesi dell’Abruzzo, della Daunia e di altre regioni, lontani dagli affetti famigliari, ma spiritualmente congiunti ad essi ed alla tradizione agnonese!», ricorda Domenico Meo, scrittore e poeta,  cultore della lingua e delle tradizioni agnonesi e molisane. 

«Nell’antichità veniva celebrata nella chiesa di San Pietro alle tre di mattina, così tutta la popolazione poteva parteciparvi ma soprattutto i commercianti e gli artigiani che si dovevano incamminare per migrare in altri posti. Per cause non chiare nel 1984 venne spostata a San Marco alle sei di mattina con copiosa partecipazione di popolo, ancora oggi, scandisce l’inizio delle festività natalizie. Durante il rito, come da molti anni, viene eseguita la prima Pastorale (Pasturella) suonata da un gruppo di musicanti locali che si riunisce per l’occasione. Il coro e i musicisti  si formano spontaneamente; negli anni c’è chi è rimasto fedele alla tradizione e continua a mandarla avanti . La Pastorale è una tradizione esclusiva di Agnone ed è una novena. Come testimoniano i periodici locali, dello scorso secolo tutte le mattine durante il novenario, tre o quattro ore prima dell’alba, fragorosi colpi di bombe carta, venivano seguiti dal frastuono rimbombante delle campane che annunciavano ai fedeli mattinieri la rituale messa cantata. E la gente accorreva numerosa.

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