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A Termoli la "Scalinata del folklore" su cui hanno fatto su e giù 80 anni di storia

Un luogo intriso di storia, memoria e vita vissuta, che ha visto passare generazioni di termolesi e che oggi si appresta a subire un nuovo restyling per adeguarsi alle esigenze moderne.

La Scalinata del Folclore: Un Viaggio tra Storia e Memoria a Termoli

Nel 1908, l'area dove oggi sorge la Scalinata del Folclore era un terrapieno scosceso che interrompeva bruscamente il Terzo Corso, rendendo difficile l'accesso alla marina di San Pietro e, successivamente, al porto. Nonostante le difficoltà, i bagnanti e i marinai avevano creato una via malagevole ma utile per raggiungere queste zone. Fu solo negli anni '30 del Novecento che si iniziò a pensare a una soluzione più pratica e duratura.

La Scalinata del Folclore di Termoli, conosciuta anche come la Scalinata del Terzo Corso, è molto più di un semplice collegamento tra Corso Vittorio Emanuele III e il centro storico della città. È un luogo intriso di storia, memoria e vita vissuta, che ha visto passare generazioni di termolesi e che oggi si appresta a subire un nuovo restyling per adeguarsi alle esigenze moderne. Ma per comprendere appieno il valore di questa scalinata, è necessario fare un tuffo nel passato e ripercorrere le tappe che hanno portato alla sua realizzazione e al suo ruolo nella vita quotidiana della città.

DALLA NECESSITÀ ALLA REALIZZAZIONE: LA NASCITA DELLA SCALINATA
Nel 1908, l'area dove oggi sorge la Scalinata del Folclore era un terrapieno scosceso che interrompeva bruscamente il Terzo Corso, rendendo difficile l'accesso alla marina di San Pietro e, successivamente, al porto. Nonostante le difficoltà, i bagnanti e i marinai avevano creato una via malagevole ma utile per raggiungere queste zone. Fu solo negli anni '30 del Novecento che si iniziò a pensare a una soluzione più pratica e duratura. Durante il mandato del podestà Cieri (1927-1930), furono avviati i primi lavori di sbancamento e livellazione di Corso Vittorio Emanuele III. Tuttavia, Cieri non poté portare a termine il progetto a causa di una vendetta politica orchestrata da alcuni proprietari terrieri locali. Il progetto fu accantonato fino al 1939, quando il commissario prefettizio Francesco Grimaldi lo riesumò, affidando all'ingegnere Galileo Sciarretta il compito di redigere un piano di massima.

LA SCELTA DELLA SCALINATA: UN COMPROMESSO ECONOMICO
Tra le tre soluzioni proposte da Sciarretta – un cavalcavia, una scalinata e l'abbassamento del piano stradale – fu scelta la seconda, in quanto la più economica. Il progetto esecutivo, ordinato dal nuovo commissario prefettizio Giovanni Cucumo, prevedeva quattro rampe di 16 metri ciascuna, con un costo finale di 135.000 lire, quasi il doppio del preventivo iniziale. L'appalto fu affidato all'impresa di Rocco Crema, che completò l'opera entro il 1941.

LA SCALINATA COME PALCOSCENICO DI VITA QUOTIDIANA
La Scalinata del Folclore non è solo un'opera architettonica, ma un vero e proprio palcoscenico di vita quotidiana. I bambini del vicino Palazzo Crema la utilizzavano come luogo di giochi, costruendo pupazzi di neve durante l'inverno e giocando a calcio nello spazio alla base. Le bambine disegnavano a terra i campi dei loro giochi e portavano a spasso i loro pupazzi di stoffa. La sera del 31 dicembre, dalle finestre del palazzo pioveva ogni sorta di vecchio vasellame e pentolame per salutare il nuovo anno, mentre i cacciatori del palazzo offrivano uno spettacolo pirotecnico con le loro doppiette. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la scalinata fu quasi distrutta dallo scoppio di una granata e fu necessario costruire una passerella di legno per accedere agli appartamenti del primo ingresso. Gli abitanti del palazzo salutarono festosamente i soldati alleati che risalivano dal porto dopo lo sbarco, in un clima di esultanza e speranza per la fine del conflitto.

IL DEGRADO E LA RINASCITA: UNA SCALINATA IN EVOLUZIONE
Negli anni '50, il Terzo Corso non era ancora asfaltato e l'acqua piovana si riversava puntualmente sulla scalinata, trasformandola in una scenografica cascata. All'inizio degli anni '60, un'enorme squarcio si aprì al centro della scalinata a causa dello scoppio delle fognature, probabilmente causato dai reflui di lavorazione delle sanse dello stabilimento Novaro. Con il passare degli anni e il totale abbandono di Palazzo Crema, la scalinata divenne un luogo senza vita, che si rianima solo durante l'estate con gli spettacoli del folclore termolese. Tuttavia, ogni intervento teso a rendere più bella e fruibile la scalinata è importante e positivo, ma essa sarà ancora più attraente e godibile quando Palazzo Crema cesserà di essere un rudere abbandonato e torneranno ad affacciarsi alle finestre i suoi nuovi abitanti.

UN LUOGO DI MEMORIA E IDENTITÀ
La Scalinata del Folclore è un luogo di memoria e identità per i termolesi. Le poche persone ancora in vita che hanno abitato il Palazzo Crema ricordano con nostalgia i momenti trascorsi su quei gradini, tra giochi, liti, festicciole e intrattenimenti serali. Un pezzo importante della loro vita è trascorso in quel luogo e lì è rimasto, come un'eco del passato che continua a risuonare nel presente. In conclusione, la Scalinata del Folclore è molto più di un semplice collegamento tra il Terzo Corso e il centro storico di Termoli. È un simbolo di resilienza e trasformazione, un luogo che ha visto passare generazioni di termolesi e che continua a essere un punto di riferimento nella vita della città. Con il nuovo restyling, si spera che possa tornare a essere un luogo vibrante e pieno di vita, dove vecchi e nuovi abitanti possano intrecciare le loro storie e creare nuovi ricordi.

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