Il caso politico
07.06.2024 - 12:51
Domenico Di Baggio
Il sindaco Castrataro ha giustificato la revoca con "valutazioni di opportunità politico-amministrative" e la necessità di "rilanciare l'azione amministrativa". Tuttavia, questa spiegazione appare vaga e poco convincente, soprattutto alla luce del fatto che non ci sono stati screzi o disaccordi evidenti tra Di Baggio e il resto della giunta. Gli avvocati di Di Baggio sostengono che il decreto di revoca sia inficiato da "eccesso di potere per illogicità, ingiustizia manifesta, arbitrarietà, irragionevolezza della scelta adottata e mancanza di motivazione".
La politica, si sa, è un'arte nobile, ma anche complessa e spesso controversa. La recente vicenda che ha coinvolto Domenico Di Baggio, ex assessore della giunta comunale di Isernia, ne è un esempio lampante. Defenestrato dal sindaco Piero Castrataro ad aprile, Di Baggio ha deciso di portare il caso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Molise, chiedendo il reintegro immediato e un risarcimento di 75mila euro per i danni subiti. Ma cosa si cela dietro questa decisione? E quali sono le implicazioni etiche e politiche di questa controversia?
UN GESTO DI PRINCIPIO: LA BATTAGLIA DI DI BAGGIO
Domenico Di Baggio, tenente colonnello e politico di lungo corso, ha deciso di impugnare il decreto di revoca del suo incarico attraverso i suoi legali, gli avvocati Alfonso Celotto e Ottavio Balducci. La sua azione non è solo una questione personale, ma un gesto simbolico per sottolineare l'importanza dell'etica in politica. "È capitato a me, può capitare a chiunque, ma è corretto? Io credo di no", ha dichiarato Di Baggio, mettendo in luce una questione che va oltre il suo caso specifico.
LE RAGIONI DELLA REVOCA: UN ATTO POLITICO O AMMINISTRATIVO?
Il sindaco Castrataro ha giustificato la revoca con "valutazioni di opportunità politico-amministrative" e la necessità di "rilanciare l'azione amministrativa". Tuttavia, questa spiegazione appare vaga e poco convincente, soprattutto alla luce del fatto che non ci sono stati screzi o disaccordi evidenti tra Di Baggio e il resto della giunta. Gli avvocati di Di Baggio sostengono che il decreto di revoca sia inficiato da "eccesso di potere per illogicità, ingiustizia manifesta, arbitrarietà, irragionevolezza della scelta adottata e mancanza di motivazione".
IL CONTESTO POLITICO: UNA GIUNTA IN EVOLUZIONE
La giunta Castrataro, insediatasi alla vigilia di Natale del 2021, ha visto Di Baggio impegnato nelle deleghe di polizia municipale, protezione civile e decoro urbano. Nonostante la fiducia reciproca tra sindaco e assessore, la revoca è arrivata subito dopo le elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale di Isernia, sollevando interrogativi sul tempismo e sulle reali motivazioni dietro questa decisione. Il nuovo assessore, Umberto Di Giacomo, eletto con Volt, è stato nominato contestualmente alla revoca di Di Baggio, alimentando ulteriori speculazioni.
LE IMPLICAZIONI ETICHE E POLITICHE
La revoca di Di Baggio non è solo una questione amministrativa, ma solleva importanti interrogativi etici. Se, come afferma il sindaco, non ci sono motivazioni personali o professionali dietro la decisione, perché sacrificare proprio Di Baggio? E perché la stessa sorte non è toccata agli assessori esterni? Queste domande restano senza risposta, alimentando un senso di ingiustizia e arbitrarietà.
IL RICORSO AL TAR: UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA
Il ricorso al TAR Molise, presentato dagli avvocati Celotto e Balducci, chiede l'annullamento del decreto di revoca e il reintegro immediato di Di Baggio. Gli avvocati richiamano anche una sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che l'atto di revoca, come quello di nomina, è un atto di alta amministrazione e non politico, sottoposto alle prescrizioni di legge. Secondo i legali, il decreto di revoca è "sfornito di qualsivoglia reale motivazione" e non esplicita le ragioni concrete della sfiducia espressa.
LA VOCE DEGLI ELETTORI: UN TRADIMENTO DELLA FIDUCIA
La revoca di Di Baggio ha anche un impatto significativo sugli elettori che lo hanno sostenuto. Con 210 preferenze, Di Baggio era il terzo eletto della lista "Isernia Futura", direttamente riconducibile al sindaco. La sua esclusione dalla giunta e dal consiglio comunale rappresenta un tradimento della fiducia riposta in lui dai cittadini, che ora si sentono privati della loro rappresentanza.
CONCLUSIONI APERTE: IL FUTURO DELLA POLITICA A ISERNIA
La vicenda di Domenico Di Baggio è un esempio emblematico delle sfide e delle contraddizioni che caratterizzano la politica locale. Mentre il TAR Molise è chiamato a risolvere la questione, resta da vedere quale sarà l'impatto di questa controversia sulla giunta Castrataro e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali. La battaglia di Di Baggio per la giustizia e l'etica in politica potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini di Isernia, sollevando interrogativi fondamentali sulla trasparenza e la responsabilità dei nostri rappresentanti.
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