Il fatto politico
07.08.2024 - 00:13
Dal Movimento 5 Stelle, il portavoce in Consiglio regionale, Andrea Greco, ha aggiunto: "Ci saremmo aspettati uno scatto d'orgoglio, un sussulto identitario in difesa del Molise e dei molisani. Ancora una volta, invece, gli ordini di scuderia prevalgono sugli interessi dei cittadini e la maggioranza di centrodestra china la testa dimostrando di non avere a cuore questa regione".
Con 13 voti contrari e 6 favorevoli sono state bocciate tutte e tre le mozioni presentate dalla minoranza (Pd, M5S e Costruire Democrazia) nel Consiglio regionale del Molise di oggi riguardanti l'autonomia differenziata e la richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli. Critiche le opposizioni. "Nessuna valutazione nel merito, nessun argomento politico valido, nessun interesse per le sorti del Molise" ha dichiarato la capogruppo Pd in Consiglio Micaela Fanelli, evidenziando quella che a suo dire è la "linea della Lega che ha prevalso", sottolineando, dopo l'intervento dell'assessore esterno della Lega Michele Marone al quale il Governatore Roberti ha affidato la relazione, come "la maggioranza di centrodestra ha obbedito agli ordini di Pontida".Fanelli ha accusato il centrodestra di non saper spiegare come l'autonomia differenziata possa essere un'opportunità per il Molise. "Nessuno ha risposto alle preoccupazioni sulla spesa storica e sul finanziamento preventivo dei livelli essenziali delle prestazioni. Più di ottanta miliardi che andrebbero trovati a 'invarianza di equilibri di bilancio', dice la legge, cioè senza metterci i soldi. Come è possibile? Infatti non lo è e chi non lo dice mente sapendo di mentire" ha affermato Fanelli. Dal Movimento 5 Stelle, il portavoce in Consiglio regionale, Andrea Greco, ha aggiunto: "Ci saremmo aspettati uno scatto d'orgoglio, un sussulto identitario in difesa del Molise e dei molisani. Ancora una volta, invece, gli ordini di scuderia prevalgono sugli interessi dei cittadini e la maggioranza di centrodestra china la testa dimostrando di non avere a cuore questa regione. Oggi c'era l'opportunità di dare un segnale chiaro sull'autonomia differenziata, aprendo una riflessione seria sul tema" Le minoranze hanno poi ricordato il sostegno popolare contro l'autonomia differenziata emerso durante l'evento di ieri a San Giacomo degli Schiavoni (Campobasso) dove oltre quaranta associazioni, sindacati, partiti e cittadini hanno manifestato la loro opposizione. "Il Molise è la quinta regione d'Italia, in proporzione ai suoi abitanti, per numero di firme raccolte per il referendum contro l'autonomia differenziata. E tanto basta per avere la certezza che i molisani non piegheranno la schiena e che, con il loro voto, daranno l'avviso di sfratto al governo secessionista di Roma e a quello incapace e asservito del Molise" ha concluso la capogruppo del PD.
LE RAGIONI DI FANELLI
Roberti abdica al suo ruolo di Governatore del Molise, con l’assessore esterno della Lega Marone che detta la linea politica della maggioranza di centrodestra sull’autonomia differenziata, obbedendo agli ordini di Pontida.Nessuna valutazione nel merito, nessun argomento politico valido, nessun interesse per le sorti del Molise, nessuna volontà di salvaguardare i diritti dei molisani. Niente, solo e sempre la solita schiena prona ai voleri della “filiera politico-istituzionale” e la “scemenza” che l’autonomia sarà un’opportunità, ripetuta come un mantra, senza spiegare come e soprattutto senza comprenderne il ridicolo e pericoloso significato. Nessuno del centrodestra, che finora è costata al Molise l’aumento al massimo delle tasse ed i servizi peggiori d’Italia, ha saputo (perché non poteva) spiegare come l’autonomia differenziata sarà la panacea di tutti i nostri mali, senza aver prima superato il criterio della spesa storica e soprattutto senza la definizione e il finanziamento preventivi dei livelli essenziali delle prestazioni. Più di ottanta miliardi che andrebbero trovati a “invarianza di equilibri di bilancio” (dice la legge), cioè senza metterci i soldi. Come è possibile? Infatti non lo è e chi non lo dice mente sapendo di mentire. In merito alla strada aperta dal Governatore di Forza Italia della Calabria Occhiuto, che ha chiesto una moratoria della legge in riferimento all’applicazione delle cosiddette materie “non Lep”, fintanto che non sia superata la spesa storica, ci sono state posizioni inedite del Presidente Roberti che occorre sottolineare per la valenza che ricoprono. Le uniche, per la verità, dell’intera discussione. Roberti – infatti - ha detto di condividere la mozione presentata dal gruppo del PD, ma di non votarla unicamente perché “in Forza Italia stanno lavorando sul tema all’interno di una specifica Commissione”. Ufficialmente quindi Roberti, dopo Occhiuto, dice al Governo di non procedere alle “intese Speedy Gonzales” che stanno chiedendo le regioni del Nord. Chiede una moratoria immediata. Si spera però che la Commissione di Forza Italia abbia esiti migliori della Commissione prevista sul tema da una mozione di marzo scorso del centrodestra. Mai costituita. “Ma noi aspettiamo il responso dei cittadini molisani sul tema. Poco importa la bocciatura scontata da parte del centrodestra delle nostre proposte referendarie e della richiesta di moratoria. Proprio ieri a San Giacomo degli Schiavoni, nel paese del relatore della legge ‘spacca Italia’, il Senatore di Fratelli d’Italia “prestato” alla Lega Nord Costanzo Della Porta, oltre quaranta associazioni, sindacati, partiti e liberi cittadini, hanno dato prova della maturità politica e dell’amore per il Molise, smarriti dalla maggioranza di Francesco Roberti. Il Molise è la quinta regione d’Italia, in proporzione ai suoi abitanti, per numero di firme raccolte per il referendum contro l’autonomia differenziata. E tanto basta per avere la certezza che i molisani non piegheranno la schiena e che, con il loro voto, daranno l’avviso di sfratto al governo secessionista di Roma e a quello incapace e asservito del Molise”, chiude la capogruppo del PD, Micaela Fanelli.
LE RAGIONI DEI 5 STELLE
Questa la nota dei portavoce M5S in Consiglio regionale Andrea Greco, Angelo Primiani e Roberto Gravina
"Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio, un sussulto identitario in difesa del Molise e dei molisani. Ancora una volta, invece, gli ordini di scuderia prevalgono sugli interessi dei cittadini e la maggioranza di centrodestra china la testa dimostrando di non avere a cuore questa regione. Oggi c'era l’opportunità di dare un segnale chiaro sull’autonomia differenziata, aprendo una riflessione seria sul tema. No, anche di fronte alla frattura definitiva tra cittadini e istituzioni, alla scissione economica, sociale e culturale, all’arretramento dei diritti in una terra già logorata da decenni, il centrodestra continua a nascondersi dietro i soliti steccati politici, interpretando la Costituzione a proprio piacimento. Ad oggi non ci sono prove che l’autonomia differenziata favorirà la crescita del Paese. Anzi, abbiamo innumerevoli prove contrarie e sappiamo che con il regionalismo è esploso il debito pubblico ed è cresciuta in modo esponenziale la crisi del sistema sanitario. Anche gli esperti definiscono il Ddl Calderoli un pericoloso disegno che finisce per sostituire le Regioni allo Stato, producendo immediati e duraturi effetti sfavorevoli per la coesione territoriale. Basta guardare alla sanità, ai 30 anni di erosione del Sistema sanitario nazionale, ai Livelli essenziali di assistenza che ad oggi non sono garantiti per tutti i cittadini. Con l'autonomia, questo disastro rischia di estendersi a dismisura, mettendo ancor più a repentaglio il già fragile diritto alle cure. Ma non solo, perché con l’autonomia differenziata il centrodestra dà il colpo di grazia al sistema nazionale di istruzione, in un’Italia che da questo punto di vista corre già a velocità diverse. In questo contesto, il centrodestra creerà studenti di serie A, di serie B e anche di serie C. Non è chiaro, inoltre, come si intende demandare alle Regioni la gestione dei Trasporti. Insomma, siamo di fronte a uno scenario paradossale, col Paese che rischia realmente di fare un enorme passo indietro, collocando il Molise fuori dalla storia. Per non parlare di ciò che accadrà in ambito energetico, altro argomento che vede la nostra terra facile preda in un contesto di deregolamentazione paesaggistica. Per questi e tanti altri motivi, di fronte a una maggioranza sorda in Consiglio regionale, la nostra battaglia proseguirà sui territori. Continueremo a raccogliere le firme a sostegno della proposta di iniziativa popolare strutturata dal costituzionalista Massimo Villone. Sono oltre 500mila le sottoscrizioni già raccolte. Ma non ci fermeremo qui: oggi torneremo in piazza con un banchetto a Campobasso; domani saremo a Vinchiaturo e nelle prossime settimane ci saranno altre tappe in tutta la regione in cui i molisani potranno dire un primo 'no' a questo scempio. L’Italia non si spacca!"
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