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La protesta

In piazza a L'Aquila contro Marsilio il macellaio di cervi

Il sit-in, che si tiene domani, 15 settembre, inizierà alle 10:30: vede la partecipazione di un ampio fronte di associazioni, tra cui WWF, Altura, Animalisti Italiani, Appennino Ecosistema, e molte altre.

La controversia sull'abbattimento dei cervi in Abruzzo: una scelta politica o una necessità?

Domani, 15 settembre 2024, Piazza Regina Margherita sarà il teatro di un sit-in organizzato dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste per protestare contro la delibera della giunta regionale dell'8 agosto che ha autorizzato l'abbattimento di 469 cervi tramite caccia di selezione in due comprensori dell'aquilano.

L'Aquila – Domani, 15 settembre 2024, Piazza Regina Margherita sarà il teatro di un sit-in organizzato dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste per protestare contro la delibera della giunta regionale dell'8 agosto che ha autorizzato l'abbattimento di 469 cervi tramite caccia di selezione in due comprensori dell'aquilano. La decisione ha sollevato un'ondata di indignazione e preoccupazione, non solo a livello locale, ma anche nazionale.

UN SIT-IN PER LA BIODIVERSITÀ
Il sit-in, che inizierà alle 10:30, vede la partecipazione di un ampio fronte di associazioni, tra cui WWF, Altura, Animalisti Italiani, Appennino Ecosistema, e molte altre. Queste organizzazioni chiedono alla giunta Marsilio di revocare la delibera e di adottare soluzioni più efficaci e sostenibili per affrontare i danni all'agricoltura e il rischio di incidenti stradali causati dai cervi. Secondo le associazioni, l'abbattimento dei cervi non risolverà i problemi, ma potrebbe addirittura aggravarli, causando un danno d'immagine alla regione Abruzzo, già sotto i riflettori dei media nazionali per questa controversa decisione. La questione è stata ulteriormente complicata dalla risposta dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che ha sottolineato l'importanza di un approccio olistico nella gestione faunistico-venatoria.

LA POSIZIONE DELL'ISPRA
L'ISPRA, in una nota inviata alle associazioni, ha confermato la propria valutazione sui censimenti e le metodologie utilizzate, ma ha anche ribadito che la gestione della fauna selvatica richiede competenze non solo biologiche e naturalistiche, ma anche economiche, sociali e culturali. Queste competenze, secondo l'ISPRA, spettano agli organi di governo del territorio, che devono valutare l'opportunità di autorizzare il prelievo venatorio. Un punto cruciale sollevato dall'ISPRA riguarda la bassa rilevanza dei danni e degli incidenti stradali causati dai cervi, che non giustifica il prelievo venatorio. L'istituto ha specificato che la proposta di gestione del cervo in Abruzzo riguarda il prelievo ordinario in caccia di selezione e non il controllo delle specie ai sensi dell'art. 19 della legge n. 157/92.

UNA SCELTA POLITICA?
Alla luce di queste considerazioni, emerge con sempre maggiore chiarezza che l'abbattimento dei cervi è una scelta politica, mascherata da necessità di controllo della fauna selvatica. Le associazioni ambientaliste sostengono che la politica debba abbandonare le logiche di parte e concentrarsi sulla ricerca di soluzioni condivise, basate sulla scienza e sul rispetto per la biodiversità. La decisione di abbattere i cervi è vista come un sintomo di una visione miope e distruttiva del territorio. Invece di affrontare le cause profonde dei danni all'agricoltura e degli incidenti stradali, si opta per una soluzione drastica che potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine.

LE IMPLICAZIONI PER L'ABRUZZO
L'Abruzzo, una regione nota per la sua ricca biodiversità e i suoi paesaggi mozzafiato, rischia di compromettere la propria immagine con questa decisione. La notizia dell'abbattimento dei cervi ha già avuto un risalto significativo sui media nazionali, e il danno d'immagine potrebbe tradursi in una diminuzione del turismo e in una perdita di fiducia da parte dei cittadini. Le associazioni ambientaliste propongono alternative più sostenibili, come la creazione di corridoi ecologici per ridurre gli incidenti stradali e l'adozione di misure preventive per proteggere le colture agricole. Queste soluzioni richiedono un impegno a lungo termine e una collaborazione tra enti locali, associazioni e cittadini.

UN APPELLO ALLA GIUNTA MARSILIO
Il sit-in di domani rappresenta un appello alla giunta Marsilio affinché riconsideri la propria decisione e adotti un approccio più equilibrato e sostenibile nella gestione della fauna selvatica. Le associazioni chiedono un dialogo aperto e trasparente, basato su dati scientifici e sul rispetto per la biodiversità. La questione dell'abbattimento dei cervi in Abruzzo è un esempio emblematico delle sfide che le regioni italiane devono affrontare nella gestione della fauna selvatica. È necessario un equilibrio tra la protezione dell'ambiente e le esigenze delle comunità locali, e questo equilibrio può essere raggiunto solo attraverso un approccio olistico e condiviso.

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