L'iniziativa
02.04.2025 - 14:27
Grazie all'idea di Rosario Sabelli, referente della cooperativa sociale "Lavoriamo Insieme", e con la collaborazione dei gruppi organizzati della tifoseria locale, verranno distribuite 3.500 spillette a forma di palloncino.
Il calcio, si sa, è molto più di un semplice gioco. È una passione che unisce, un linguaggio universale che parla al cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Ma cosa succede quando il calcio diventa anche un veicolo di inclusione sociale? È quello che accadrà a Campobasso il prossimo 6 aprile, quando la squadra locale affronterà la Virtus Entella in una partita che promette di essere molto più di una semplice sfida sportiva.
UN PALLONCINO PER L'AUTISMO
Domenica prossima, lo stadio di Campobasso non sarà solo il teatro di una partita di Lega Pro, ma anche il palcoscenico di un'importante iniziativa di sensibilizzazione sull'autismo. Grazie all'idea di Rosario Sabelli, referente della cooperativa sociale "Lavoriamo Insieme", e con la collaborazione dei gruppi organizzati della tifoseria locale, verranno distribuite 3.500 spillette a forma di palloncino. Un gesto simbolico, certo, ma che porta con sé un messaggio potente: l'inclusione è possibile, e lo sport può essere il suo veicolo privilegiato.
L'IMPORTANZA DI UN MESSAGGIO
Prima del fischio d'inizio, lo speaker ufficiale dello stadio leggerà un breve messaggio per sensibilizzare il pubblico presente. Un momento di riflessione che sottolinea come gli ambienti sportivi inclusivi possano abbracciare la diversità, eliminare le barriere alla partecipazione e promuovere un senso di appartenenza tra atleti e tifosi. Ma perché proprio il calcio? Perché è uno sport che, più di altri, ha il potere di riunire persone di diversa estrazione, cultura e credo. Chi lo pratica impara ad apprezzare e rispettare le reciproche differenze e a celebrare i loro interessi e passioni comuni.
UN GESTO DI OSPITALITÀ
La società del Campobasso ha deciso di ospitare gratuitamente i bambini e i ragazzi delle famiglie con autismo. Un gesto di grande sensibilità che dimostra come il calcio possa essere un ponte tra mondi diversi, un'opportunità per abbattere le barriere e costruire un futuro più inclusivo. Ma non è solo una questione di ospitalità: è un invito a partecipare, a sentirsi parte di una comunità che accoglie e valorizza le differenze.
SPORT E INCLUSIVITÀ: UN BINOMIO VINCENTE
L'iniziativa di Campobasso non è un caso isolato, ma si inserisce in un movimento più ampio che vede lo sport come strumento di inclusione sociale. Gli ambienti sportivi inclusivi sono quelli che abbracciano la diversità, eliminano le barriere alla partecipazione e promuovono un senso di appartenenza tra atleti e tifosi. E il calcio, con la sua capacità di unire e appassionare, è il contesto ideale per promuovere questi valori.
UN FUTURO DA COSTRUIRE INSIEME
In un mondo sempre più diviso, iniziative come quella di Campobasso ci ricordano che l'inclusione è possibile, e che lo sport può essere il suo veicolo privilegiato. Ma non basta un palloncino o un messaggio per cambiare le cose: serve l'impegno di tutti, dalle istituzioni alle società sportive, dai tifosi ai singoli cittadini. Perché solo insieme possiamo costruire un futuro più inclusivo e accogliente per tutti.
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