Il caso
02.01.2025 - 22:53
Giannubilo, figura di spicco nel panorama culturale locale e nazionale, ha espresso il suo disappunto attraverso una lettera-appello sui social media. "Tempestiamo la regione di questa bellissima immagine", ha scritto, esortando a trasformare l'ingiustizia subita dall'artista e dalla comunità in un'opportunità per mantenere vivo il messaggio di Cecilia Sala. A soli 29 anni, la giornalista rappresenta un modello di coraggio e dedizione alla ricerca della verità, in un'epoca in cui molti giovani sembrano smarriti in una cultura dominata dai social media.
La cancellazione del murale dedicato a Cecilia Sala, la giovane giornalista italiana imprigionata a Teheran, ha scatenato un acceso dibattito a Venafro e oltre. L'opera, realizzata dal noto street artist Drugi sulla facciata della stazione ferroviaria, è stata coperta da uno strato di pittura bianca poche ore dopo la sua creazione. Questo gesto ha sollevato interrogativi non solo sulla libertà di espressione, ma anche sul ruolo dell'arte come strumento di resistenza culturale.
UN SIMBOLO DI LIBERTÀ DI STAMPA
Il murale di Drugi rappresentava Cecilia Sala accanto a una colomba in volo, simbolo universale di libertà di stampa. Con un taccuino stretto nella zampa e una penna nel becco, l'immagine trasmetteva un messaggio potente e chiaro: la ricerca della verità e il coraggio di raccontarla. La sua cancellazione ha suscitato indignazione e domande nella comunità, spingendo lo scrittore molisano Pier Paolo Giannubilo a lanciare un appello per riprodurre l'opera in tutto il Molise.
L'APPELLO DI PIER PAOLO GIANNUBILO
Giannubilo, figura di spicco nel panorama culturale locale e nazionale, ha espresso il suo disappunto attraverso una lettera-appello sui social media. "Tempestiamo la regione di questa bellissima immagine", ha scritto, esortando a trasformare l'ingiustizia subita dall'artista e dalla comunità in un'opportunità per mantenere vivo il messaggio di Cecilia Sala. A soli 29 anni, la giornalista rappresenta un modello di coraggio e dedizione alla ricerca della verità, in un'epoca in cui molti giovani sembrano smarriti in una cultura dominata dai social media.
LA REAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Di diverso avviso l’amministrazione comunale di Venafro, che ha dichiarato di non avere competenza diretta sulla stazione. L'assessore all'urbanistica e lavori pubblici, Marco Valona, ha ipotizzato che il murale, una sorta di poster applicato, si sia staccato da solo. "Non credo che la rimozione sia stata opera di vandali," ha spiegato Valona, sottolineando che, fino a quando un’opera non offende nessuno, è difficile che venga rimossa. Tuttavia, la mancanza di chiarimenti ufficiali da parte di Trenitalia o RFI lascia aperti molti interrogativi.
UN INVITO ALLA RESISTENZA CULTURALE
La proposta di Giannubilo di riprodurre il murale in tutta la regione rappresenta un invito a trasformare un gesto di censura in un messaggio di resistenza e solidarietà. "Chiamiamo Drugi a rieseguire quel murale in ogni città e morente borgo molisano, non solo a Venafro," ha aggiunto lo scrittore, invitando la regione a trasformare un gesto di cancellazione in un’opportunità di resistenza culturale.
UNA COMUNITÀ CHIAMATA A RISPONDERE
La vicenda ha acceso un dibattito che va oltre Venafro, toccando temi fondamentali come la libertà d’espressione, la protezione dei simboli artistici e il sostegno alla liberazione di Cecilia Sala. La comunità, ora, è chiamata a rispondere. Sarà ascoltata la voce di Pier Paolo Giannubilo? Riuscirà il Molise a trasformare un atto di cancellazione in un’occasione per riaffermare i suoi valori più alti? La storia di Cecilia Sala merita attenzione, e Venafro, così come il resto del Molise, può e deve fare la sua parte.
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